Il biglietto da visita è nel portafogli, da settimane ormai, forse da mesi. Lo tengo lì, sepolto tra un mare di scontrini, sempre rischiando di buttarlo nel cestino quando vuoto il portafoglio dalle cartacce… Poi però non lo butto mai. Prima o poi mi deciderò a chiamare? Ogni volta mi do un po’ di tempo in più, per vedere se la situazione migliorerà. Una settimana, 15 giorni. Effettivamente alle volte migliora davvero, e allora pensa di potercela fare da sola, ma in fondo so che non è così, so che il mio malessere è ciclico. Se per un po’ sto meglio, poi so che succederà qualche cosa, una banalità, che mi farà stare di nuovo peggio. Allora, perché non chiamo? Perché non mi decido a fare questo passo una buona volta? Forse non credo che un estraneo possa davvero aiutarmi. Mi chiedo come faccia uno a parlare con me e risolvere i miei problemi, ha un che di magico, ma nel senso cattivo del termine, mi sembrerebbe di andare da una fattucchiera! E poi come sarà? Se mi sentirò a disagio? Sarà una persona carina? Questo in realtà me lo ha assicurato chi mi ha dato il numero. Sarà competente? Io non ho strumenti per capirlo. Poi mi hanno detto che la psicoterapia è una specie di droga che crea dipendenza, che alla fine uno non fa un passo senza prima averne parlato con l’analista. Mi sa che siano un po’ tutti li a spillare dei soldi alla gente, vendono fumo e si fanno pagare profumatamente per farlo. E poi ho paura, paura di cambiare, paura di fare un passo da cui non c’è ritorno. Di non essere più lo stesso dopo. Ho paura di stare troppo male, ho paura di dover prendere delle decisioni che non voglio prendere.
Questo è ciò che accade molto spesso nella mente di chi si trova a dover decidere se iniziare una psicoterapia. Qualche informazione potrebbe aiutare a dissolvere alcuni di questi dubbi.
Iniziamo con il dire che, purtroppo, come in ogni professione, esistono i professionisti seri che si muovono nel rispetto dell’etica professionale, che per fortuna sono la maggioranza, e quelli che etici e seri non sono proprio. Questo lede sia le persone che a questi signori si rivolgono sia chi questo mestiere lo fa con etica e passione. D’altra parte non ha senso non andare al dentista perché ci sono dentisti incompetenti. Poi ci sono tutti coloro che millantano competenze che non hanno, ma anche in questo caso leggiamo spesso di medici che medici non sono, ecc. L’Ordine degli Psicologi serve anche a garantire al cittadino professionisti affidabili, quindi è importante segnalare eventuali scorrettezze, e informarsi.
Una volta che siamo in mano ad un professionista qualificato e competente, allora è importante sottolineare che nessuno cercherà di tenerci in terapia nostro malgrado. Saremo liberi di interromperla in ogni momento. Il terapeuta avrà sicuramente una sua opinione clinica in merito, e magari la condividerà con noi, come prevede il codice deontologico, ma la decisione sarà totalmente la nostra. Va però detto che, come in medicina, ci sono dei problemi di carattere psicologico che si possono risolvere pienamente e ce ne sono altri che vanno gestiti, ma non possono andarsene del tutto. Un po’ come un’infezione o il diabete. Dalla prima si guarisce, dal secondo no, ma la sua gestione ci garantisce una vita lunga e in salute.
Infine, le paure sono naturali. La terapia ha lo scopo di portare alla coscienza della persona il proprio funzionamento psichico. In questo processo i cambiamenti diventeranno naturali e non richiederanno lo sforzo che all’inizio si immaginava. Il viaggio dentro noi stessi è il più bello ed avvincente che possiamo fare!