Forme di disagio
Disagio della famiglia
Difficoltà nella gestione ruolo genitoriale
La funzione genitoriale inizia con il concepimento e si evolve lungo tutto il percorso di vita, attraverso un processo alla cui costruzione contribuiscono sia il genitore che il figlio. Questo percorso si intreccia con quello coniugale e si esprime attraverso la capacità relazionale ed
affettiva che i genitori trasmettono al bambino. Il modello genitoriale che ognuno mette in atto è unico ed è in continua evoluzione rispetto al percorso di crescita del figlio. Tutto ciò implica, quindi, la capacità dinamica di rielaborare continuamente il proprio stile educativo, seguendo un progetto che si definisce e si struttura nel tempo.
Alcuni, però, possono trovare difficilissimo, e lo è, questo continuo ridefinirsi nel ruolo di genitore. Noi applichiamo ciò che apprendiamo, quindi è molto probabile che taluni si riferiscano a propri genitori come modello, senza riuscire ad “aggiornare” quello stile educativo ai tempi attuali. Altri possono trovarsi completamente smarriti, magari perché non credono che quello dei propri genitori sia uno stile utile oggi o con i priori figli, ma non hanno una valida alternativa. Un genitore che non si sente a proprio agio in questo ruolo può provare sentimenti di frustrazione, ansia e irritazione. Tutto questo, naturalmente, può contribuire a creare un clima di tensione e smarrimento in famiglia.
Difficoltà di comunicazione
Non si può essere genitori sempre allo stesso modo perché sarà necessario assolvere impegni differenti e relazionarsi diversamente secondo l’età dei figli e la loro personalità in continua evoluzione. Il bambino e l’adolescente hanno, infatti, modalità diverse di rapportarsi con le figure parentali.
Il bambino si rivolge ai genitori attraverso un’inconsapevole e totale attribuzione di fiducia perché la sua capacità di leggere autonomamente sé stesso, gli altri e il mondo che lo circonda è ancora scarsa. Nella relazione con i bambini è quindi importante saper essere direttivi, quando serve e dare spazio all’esplorazione personale del bambino, quando è possibile. Questo equilibrio dinamico è molto difficile da trovare, e alle volte può essere utile un supporto professionale esterno.
L’adolescente, invece, riesce ad effettuare una lettura più realistica degli accadimenti e vive traumaticamente la scoperta che i suoi genitori diventano solo uno dei modelli possibili. L’esigenza di costruirsi delle distanze di sicurezza funzionali a sviluppare una definizione di sé diversa rispetto alle figure genitoriali crea relazioni conflittuali e modalità comunicative oppositive in famiglia. La dipendenza affettiva dai genitori si scontra a questa età con le esigenze di libertà e di autonomia che vengono soddisfatte con il gruppo dei pari. La relazione con il genitore può diventare una gara di resistenza giocata sul conflitto se non sono presenti atteggiamenti empatici con la conseguente rinuncia, momentanea, a voler capire per essere solo sponde affettive.
Difficoltà di gestire un disagio emotivo o una malattia fisica di un membro della famiglia
La malattia di un familiare rappresenta una dura prova psicologica che può modificare gli equilibri di tutto il sistema. Dopo lo shock iniziale ci si può sentire disorientati e in balia degli eventi, si può poi attraversare una fase di negazione dell’evento e, successivamente, possono emergere preoccupazioni, stati ansiosi, paura e rabbia. Questo altalenarsi di emozioni può risultare molto difficile da gestire e l’ansia può diventare intollerabile. Nel lungo termine, può, inoltre, subentrare un senso d’impotenza che può sfociare in stati depressivi, anche gravi.